Rübezahl

Rübezahl - Un spiritello dei monti che deve contare le rape

Nell'area dei Monti dei Giganti si narrava la leggenda di un potente spiritello dei monti, che tutti chiamavano soltanto Rübezahl. Questo spiritello si divertiva a giocare brutti tiri agli esseri umani. Nel farlo, però, aiutava sempre i poveri e i buoni d'animo, mentre puniva gli avari e i duri di cuore. Questa leggenda narra di come ottenne il suo nome inconsueto.

Quando Rübezahl vide la deliziosa figlia del re, Emma, mentre faceva il bagno in una cascata, si innamorò della giovane fanciulla e la rapì nel suo regno sotterraneo. Poiché voleva conquistare il suo amore, lo spiritello la ricoprì di attenzioni. Ma Emma aveva molta nostalgia delle sue amiche. Per rallegrare la giovane fanciulla, lo spiritello dei monti raccolse alcune rape di campo e le sistemò in un bel cestino. "Queste sono rape magiche" spiegò alla giovane figlia del re. "Potrai trasformare ogni rapa in una persona che vorresti avere con te." Emma richiamò dapprima le sue amiche e poi l'intera corte. Dopo alcuni giorni però le persone richiamate dalla magia divennero fiacche e senza vita perché avvizzivano come le rape. Per calmare la rabbia di Emma, Rübezahl le promise che avrebbe raccolto nuove rate dal campo in primavera.

Per tutto l'inverno la figlia del re pensò a un piano su come tornare a casa e rivedere il suo principe. Quando in primavera crebbero le nuove rape, la fanciulla promise di sposare Rübezahl, se fosse riuscito a soddisfare le sue richieste: "Vai nei campi e conta quante rape vi crescono. Se non ci riuscirai, dovrai lasciarmi andare." Lo spiritello dei monti si affrettò ad andare sul campo e iniziò a contare le rape. Per essere sicuro le ricontò ancora una volta, ma giunse a un risultato diverso. Quindi ricominciò da capo. Nel frattempo la prigioniera riuscì a fuggire dal suo principe su di una rapa che aveva tramutato in un cavallo. E fu lei a chiamare il nano Rübezahl per schernirlo. Ancora oggi lo spiritello dei monti si arrabbia quando qualcuno si rivolge a lui chiamandolo con questo nome, perché significa: "colui che conta le rape."

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